La Cassazione riconosce la violenza sessuale tramite whatsapp

Cassazione penale , sez. III, 8/9/2020 (ud. 02/07/2020), n. 25266

“Integra il reato di violenza sessuale la condotta consistente nell’invio di una serie di messaggi Whatsapp “allusivi e sessualmente espliciti” ad una minorenne, costringendola a scattarsi fotografie da inviare al soggetto agente, con la minaccia di pubblicare la chat su un altro social network. (Nel caso di specie, la S.C. ha rigettato il ricorso dell’indagato avverso l’ordinanza con la quale il tribunale del riesame aveva confermato l’applicazione della custodia cautelare in carcere disposta dal g.i.p. per il reato di cui agli artt.  609-bis e 609-ter c.p. , evidenziando come la violenza sessuale risultasse pienamente integrata nonostante l’assenza di contatto fisico con la vittima, dal momento che gli atti finalizzati a soddisfare gli istinti sessuali del ricorrente erano certamente idonei a violare la libertà di autodeterminazione sessuale della persona offesa).”

Fonte:

Redazione Giuffrè 2020

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